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Considerato l’attuale livello del dibattito nazionale intorno al federalismo possiamo considerarlo un progetto ancora valido?

6 commenti

In questi giorni il dibattito politico si è molto acceso intorno al federalismo fiscale per i Comuni: dal confronto bicamerale è uscito un pareggio,  sì è verificato uno strappo istituzionale col Capo dello Stato, secondo alcuni non ci sono i numeri per portare avanti il progetto del federalismo e l’attuale atteggiamento del governo rappresenta una “forzatura”; secondo altri solo attraverso il raggiungimento del federalismo fiscale si potrà rilanciare l’economia, ma c’è chi prevede un aumento delle tasse. E’ possibile pensare di riformare il paese in chiave federalista senza la partecipazione dell’opposizione e nell’attuale stallo dei numeri?

6 risposte a Considerato l’attuale livello del dibattito nazionale intorno al federalismo possiamo considerarlo un progetto ancora valido?

  1. Claudio V. scrive:

    Non è possibile considerarlo ancora valido e non lo sarà fino a quando non ci sarà una maggioranza più solida(fino alle prossime elezioni)o finchè non sarà almeno in parte approvato dalle opposizioni, visto che il federalismo richiederà almeno due legislature, per cui un cambiamento di esecutivo potrebbe portare ad una revisione del progetto da parte da parte dell’ipotetica nuova maggioranza(ipotizziamo centrosinistra) a causa delle precedenti dispute,e questo lo rallenterebbe ulteriolmente. Perciò una convergenza minima dell’opposizione è indispensabile adesso.

  2. m.rosaria scrive:

    Mi sembra un progetto politicamente troppo impegnativo e tecnicamente troppo complesso, oltre che socialmente e culturalmente rilevante, per poter essere rincorso con una maggioranza così risicata. Il paese è diviso e serve il contributo dell’opposizione: il federalismo non può essere un colpo di mano, ma un obbiettivo che richiede una base condivisa.

  3. marina scrive:

    per me il federalismo è sempre un progetto valido e indispensabile, in quanto l’unità in Italia non si è mai realizzata, quindi rappresenta l’evoluzione più naturale possibile e auspicabile; tuttavia questo non è il momento più opportuno perchè servirebbe una maggioranza più solida e sarebbe bello che fosse la sinistra ad attuare questo progetto.

  4. Iole scrive:

    questo tipo di federalismo che si vuole perseguire è un’operazione che divide anziché unire, quindi spero che non si realizzi; penso che l’Italia si sia sentita unita in diversi momenti della sua storia, ma ora alcune regioni vogliono semplicemente difendere il proprio benessere vistosamente superiore a quello di altre: non mi piacciono nemmeno gli esperimenti di autonomia in regioni quali il Trentino Alto Adige e la Sicilia, dove si sono accentuati caratteri di opportunismo e mafiosità.

  5. Chiara scrive:

    Il federalismo secondo me è un progetto valido e attuale, fondamentale per ricostruire un clima di fiducia tra amministratori e amministrati. Ma richiederebbe un clima più sereno e una condivisione più ampia, altrimenti rischia di essere applicato in senso riduttivo, egoistico, come difesa di rendite di posizione o privilegi acquisiti. Se non è compensato da una cultura della solidarietà nei confronti dei territori più fragili, butterà mezzo paese nella miseria.

  6. Il modo in cui si sta procedendo all’attuazione dell’incompleto Titolo V della Costituzione avviene secondo una procedura che vede protagonista il solo livello superiore di governo, da cui provengono provvedimenti legislativi oggi favorevoli all’attribuzione di maggiore autonomia fiscale ai livelli inferiori di governo, ma che, in assenza di istituzioni interessate alla difesa di una equilibrata distribuzione del potere tra diversi livelli territoriali di governo, possono venire ribaltati in seguito all’emergere di un contesto politico ed economico diverso e meno favorevole. Pertanto, l’operazione in atto in Italia può al massimo definirsi di “decentramento fiscale”, ma non di realizzazione del “federalismo fiscale”.

    Per queste ragioni, i federalisti, convinti che l’Italia debba procedere risolutamente verso l’obiettivo di un’Italia federale in un’Europa federale, anche con un’avanguardia di paesi favorevoli, ribadiscono la necessità dell’avvio di un governo di unità costituzionale che abbia come obiettivi:
    – il completamento della riforma del Titolo V della Costituzione, con l’istituzione di un Senato delle regioni e, a livello regionale, di una Camera regionale delle autonomie locali, in modo che ciascun livello di governo sia responsabile di fronte ai propri cittadini dell’approvazione della legge di bilancio e della politica di perequazione di competenza;
    – l’impegno a portare il debito pubblico sotto il 100% del PIL nell’arco di cinque anni come premessa all’inserimento nella Costituzione e negli Statuti regionali di un vincolo massimo all’indebitamento pubblico nel pieno rispetto dei vincoli del Patto europeo di Stabilità e Sviluppo;
    – l’accorpamento degli enti locali – come fece la Germania nel corso delle riforme organizzative degli anni ’60 e ‘70, quando ridusse il numero di Comuni da circa 20.000 a 10.000 e come ha fatto la Grecia nel 2010, che ha ridotto il numero di Province e prefetture da 76 a 13 ed il numero di Comuni da 1.034 a 325 -, come parziale contributo alla riduzione della spesa pubblica;
    – l’avvio di una cooperazione strutturata europea nel settore della politica di sicurezza, riducendo così la spesa pubblica nazionale nel settore della difesa;
    – la completa attuazione di quanto previsto dal Trattato di Lisbona, anche con il ricorso allo strumento delle cooperazioni rafforzate, per quanto riguarda l’attuazione di una politica industriale europea nei settori dell’industria avanzata, dell’energia e della ricerca, al fine di sostenerne la produttività e la crescita;
    – il potenziamento del bilancio europeo, con l’introduzione di un’imposta europea ed il ricorso agli “Union bonds”, come condizione necessaria per l’estensione a livello europeo dei principi del federalismo fiscale e l’avvio di un piano europeo di sviluppo sostenibile.

    > Sul sito del MFE Torino si può leggere per intero la dichiarazione del MFE sull’attuazione del federalismo fiscale in Italia (http://bit.ly/f2dIUr)

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