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Nel settore dell’istruzione è possibile introdurre garanzie di qualità oltre che di quantità delle prestazioni?

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A Firenze il 4 aprile 2011 nell’ambito della giuria composta da studenti delle scuole superiori e da universitari è emerso che i livelli essenziali delle prestazioni (LEP) non sembrano misure risolutive per assicurare un livello omogeneo di prestazioni nelle regioni, data la loro difficile elaborazione e applicazione. In particolare nel settore dell’istruzione è possibile e necessario introdurre garanzie di qualità oltre che di quantità delle prestazioni (offerta didattica, qualità dell’insegnamento)?

Un’organizzazione federalista che salvaguardi l’identità nazionale?

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Considerando il consistente e diffuso numero di iniziative proposte in quasi tutte le città per festeggiare i 150 anni dell’unità è possibile e importante/utile/opportuno in Italia realizzare un’organizzazione federalista dello Stato salvaguardando un forte sentimento identitario nazionale? a tal fine di cosa non ci si si dovrebbe dimenticare?

Il dibattito sul federalismo è un argomento per pochi competenti in materia o è possibile diffondere una comunicazione più imparziale e approfondita sull’intero territorio nazionale e alzare il livello del dibattito?

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La maggior parte delle persone reputa i temi legati al federalismo come tecnicamente troppo complessi da un lato e dall’applicazione troppo vaga dall’altro per poter esprimere delle opinioni, e il modo più diffuso per parlarne si direbbe essere connotato soprattutto da fattori ideologici: il dibattito sul federalismo è un argomento per pochi competenti in materia o è possibile diffondere una comunicazione più imparziale e approfondita sull’intero territorio nazionale e alzare il livello del dibattito? come?

L’eliminazione delle inefficienze in materia finanziaria può non riguardare l’intero territorio nazionale?

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In base alla riforma federalista in discussione le Regioni attualmente a statuto speciale (Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Sicilia) continuerebbero a godere di alcuni privilegi: sarebbero per esempio escluse dal meccanismo dei cosiddetti “costi standard” per contenere la spesa pubblica e nei Comuni di queste Regioni i sindaci non sarebbero tenuti ad applicare l’IMU (imposta municipale unica) che rappresenta uno degli elementi portanti del federalismo comunale.


Il federalismo come ricerca di soluzioni che localmente investano di più sulle diverse potenzialità regionali di sviluppo economico e culturale

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Nel corso della giuria tenutasi il 10-11 dicembre a Torino, e contestualmente all’attuale carenza di risorse, il paese viene percepito “stanco”, debole di iniziative: sembra soffrire di una situazione di “empasse”, di apatia, di incapacità strutturata ad individuare soluzioni adeguate per i diversi territori e per il Sud in particolare, che ancora non si è emancipato dalla cosiddetta “questione meridionale”: può il federalismo aiutare verso una svolta?

Considerato l’attuale livello del dibattito nazionale intorno al federalismo possiamo considerarlo un progetto ancora valido?

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In questi giorni il dibattito politico si è molto acceso intorno al federalismo fiscale per i Comuni: dal confronto bicamerale è uscito un pareggio,  sì è verificato uno strappo istituzionale col Capo dello Stato, secondo alcuni non ci sono i numeri per portare avanti il progetto del federalismo e l’attuale atteggiamento del governo rappresenta una “forzatura”; secondo altri solo attraverso il raggiungimento del federalismo fiscale si potrà rilanciare l’economia, ma c’è chi prevede un aumento delle tasse. E’ possibile pensare di riformare il paese in chiave federalista senza la partecipazione dell’opposizione e nell’attuale stallo dei numeri?

è giusto riservare solo a coloro che risiedono da un certo numero di anni nella regione l’accesso alle prestazioni dell’amministrazione regionale?

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Secondo alcune proposte di legge, presentate in diverse regioni italiane, l’assegnazione degli alloggi di edilizia popolare, l’esercizio di determinate attività professionali (per es. i tatuatori), l’accesso gratuito a prestazioni sanitarie specifiche per le donne in gravidanza, la possibilità di ricevere “buoni-scuola” per iscrivere i figli alle scuole private, ecc. devono essere riservati alle persone che risiedono nella regione da almeno 15 anni.

Tu cosa ne pensi?

Quali criteri dovrebbe adottare lo Stato per decidere se aiutare o punire le regioni?

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Sul tema della sanità la Giuria dei cittadini di Torino ha avviato la discussione sulla domanda: “quali criteri dovrebbe adottare lo Stato per decidere se aiutare o punire le regioni?” e in seguito ha deciso di concentrare l’attenzione su due scenari: lo scenario attuale e uno scenario federale in cui ogni regione finanzi autonomamente le proprie spese sanitarie senza aiuti da parte dello Stato in caso di sforamenti.

Tu cosa ne pensi?

Le regioni devono aiutare solo i propri studenti (residenti) anche se vanno a studiare in altre regioni?

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Venerdì e sabato la prima giuria dei cittadini, sul tema dell’istruzione,  ha avviato la propria discussione sulla domanda: “la valorizzazione delle specificità territoriali andrebbe a discapito dell’uguaglianza dei diritti e dell’identità nazionale?” e in seguito ha deciso di concentrare l’attenzione su un esempio specifico intorno alla domanda di cui sopra.  Tu, cosa ne pensi?

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